MANGIATRICI DI UOMINI
Erika arriccia il naso, abbassa lo sguardo e inizia a giocherellare con le pieghe della gonna. “non posso credere che tu me lo abbia chiesto davvero…” un sussurro quasi impercettibile. Sì, non avrei dovuto aprir bocca. Forse non si sente a suo agio quando i discorsi si fanno troppo diretti, magari preferisce scoprirsi con i suoi tempi, mostrare pian piano i lati di sé con cui si sente più a suo agio. Vuole essere lei a guidare il gioco. Provo a sfogliare il mio manuale delle scuse, o perlomeno a tirar fuori una battuta per stemperare la tensione, ma niente: gli ingranaggi del mio cervello girano a vuoto. Ancora qualche momento di silenzio; poi i suoi occhi color nocciola puntano sui miei come abbaglianti nella nebbia. Le labbra si distendono in un sorriso che vuole essere seducente, ma le guance colorate di rosso tradiscono un leggero senso di imbarazzo. “Fai attenzione a quello che desideri” mi dice con voce sottile “potresti sbagliarti su di me”. Alla luce soffusa dei neon